L’ Organizzazione Mondiale della Sanità sancisce che ogni donna ha il diritto di poter scegliere liberamente il luogo dove mettere al mondo il proprio bambino o bambina. Se la gravidanza non presenta fattori di rischio il luogo migliore per il parto è quello dove la donna si sente più al sicuro, secondo la propria percezione di sicurezza. Per poter scegliere però è necessario avere le giuste informazioni, ad esempio quali ospedali e di quale livello offre la zona, quali sono gli interventi verso i quali è possibile fare una scelta o segnalare una preferenza in ospedale , la presenza o meno sul territorio delle case maternità , la possibilità del parto a domicilio.

Fino agli anni ’30 in Italia le nascite erano prevalentemente gestite in casa con l’aiuto di ostetriche e levatrici in sostegno alla madre. Intorno agli anni ’90 la situazione si è ribaltata a favore del parto in ospedale. Questo ha sicuramente ridotto e prevenuto rischi e problematiche del parto per mamme e bambino ma ha anche creato un’ospedalizzazione  tale da risultare al giorno d’oggi la via preferenziale nell’immaginario comune ,e quasi obbligata, indipendentemente dalle condizioni della gravidanza.

Molti genitori non sono a conoscenza delle diverse opportunità a loro disposizione e/o delle scelte a cui possono accedere. Vediamone insieme alcune:

Anestesia epidurale. E’ una particolare tecnica di anestesia volta ad annullare o ridurre la sensibilità dolorosa della parte inferiore del corpo. Mentre è naturalmente di prassi per un parto cesareo (ed altri tipi di intervento), è una scelta opzionale per il parto naturale.  Esistono tecniche di Hypnobirthing, meditazioni e visualizzazioni che si possono apprendere e praticare durante la gravidanza, utili nella gestione del dolore del parto e potenzialmente sostituibili all’ applicazione anestetica ( suggerisco di visitare il sito www.ilpartopositivo.com ed i servizi offerti formativi ed informativi ) ma ogni mamma arriva al parto in condizioni mentali, psicologiche e fisiche differenti per i più svariati e tutti validi motivi per cui non sempre queste metodologie trovano campo di applicazione o funzionalità. Ogni donna ha una soglia del dolore differente ed una capacità di gestione differente ed è nel diritto della donna chiedere l’epidurale se lo sente utile. Possono nascere complicanze dovute ad una cattiva comunicazione tra famiglia ed ente; a volte si attende troppo rendendola inutile a volte la si somministra con estrema leggerezza. E’ importante quindi avere chiaro pro e contro degli interventi probabili e stabilire una buona comunicazione con l’equipe sanitaria. Alcune scelte interventistiche possono essere fatte e sottoscritte già prima del parto e/o comunicate anche durante il travaglio, soprattutto in caso di gravidanza fisiologica. In ogni caso nessun trattamento medico e farmacologico può essere somministrato senza il libero consenso informato della mamma.

Posizione. Oramai sappiamo che la posizione ginecologica non è la più indicata per il parto vero e proprio perchè porta ad una chiusura del bacino e aumenta il rischio lacerazione. Alcuni di noi sono però rimasti alle immagini cinematografiche della donna in posizione ginecologica che spinge urlando e respira affannosamente. La posizione ginecologica (o litotomica) è sicuramente una posizione utile per controlli, visite o interventi ma è stato rmai dimostrato non essere la più appropriata per il parto. Nella maggior parte delle strutture esiste la possibilità di scegliere la posizione in cui partorire eppure ancora vengono subiti casi di intimidazione o violenza ostetrica o semplicemente una mancanza di aggiornamento. Il momento del travaglio e del parto è un momento catartico in cui la donna può entrare in uno stato di trans e in cui le dinamiche celebrali di “attacco e fuga” o di allerta in generale dovrebbero essere azzerate. Non sempre questo è possibile e alcune donne vengono sopraffatte dalla paura, dalla preoccupazione o anche solo disturbate da un cambio turno o da luci troppo forti o da controlli troppo invasivi…in una condizione di particolare vulnerabilità ci affidiamo a chi riteniamo competente in quel momento e meno sappiamo più siamo alla mercè di ciò che altri reputano giusto. Più informazioni, più conoscenza e approfondimenti abbiamo meglio riusciamo a comunicare al personale anche i nostri desideri e diritti.

Casa Maternità. Costituisce un luogo extra-ospedaliero per il travaglio, il parto ed il post-parto indipedente e autonomo con le caratteristiche abitative di una casa e una continuità assistenziale ostetrica. La coppia può scegliere di vivere gli spazi per qualche ora o per qualche giorno esattamente come vivrebbe una casa ove vengono garantite norme igienico-sanitarie e di sicurezza. Pur essendo un luogo strutturalmente separato dall’ ospedale è ad esso funzionalmente collegato in caso di emergenza o coordinamento ostetrico. Purtroppo non tutte le città o regioni offrono spazi di casa maternità, può essere utile effettuare una ricerca ad inizio gravidanza ( www.nascereincasa.it)

Parto domiciliare. Il primo mito ,ed il più radicato,da sfatare è questo: recenti studi hanno dimostrato come in termini di sicurezza e rischi il parto in casa e quello in ospedale siano equiparabili, non ci sono differenze.  E’ stato anche dimostrato che il parto extra-ospedaliero richiede meno interventi intrapartali. La letteratura scientifica conferma che partorire in casa, con adeguati protocolli di assistenza ostetrica ed in presenza di gravidanza fisiologica,è sicuro per mamma e bambino tanto quanto il parto in ospedale. Purtroppo in Italia la scelta del parto domiciliare richiede l’accollo delle spese totalmente a carico della famiglia, solo in alcune regioni viene effettuato un rimborso parziale (Piemonte, Emilia Romagna, Marche, provincie di Bolzano e Trento, Lazio). E’ questo forse il limite più grande che incontrano le famiglie che sarebbero aperte a questa possibilità. Il parto domiciliare richiede la presenza di due o più ostetriche preparate e formate e che generalmente vengono scelte dalla famiglia entro la 32esima settimana di gestazione. Le ostetriche rimangono totalmente reperibili durante il periodo previsto del parto (dalla 37esima settimana) e forniscono assistenza anche nei primi giorni del post-parto.

Per arrivare al parto in modo informato consiglio la lettura del  Disegno di Legge del 2006 stilato e poi approvato sulla base delle 15 raccomandazioni OMS per la partoriente del 1985 (sono state stilate altre proposte di legge più recenti per i diritti della partoriente ma ancora in attesa di approvazione).

Prendere in considerazione tutte le possibilità consente di scegliere in modo consapevole e prepararsi consapevolmente ad uno dei momenti più importanti della storia di una famiglia. Ogni gravidanza è diversa, così come ogni mamma ed ogni bambino lo sono. La medicina negli anni ha compiuto moltissimi progressi che permettono di monitorare una gravidanza come non avremmo di certo potuto fare anche solo 30 o 40 anni fa, questo ci consente di scegliere con ancor più presenza il percorso da compiere.

Lascio alcuni libri consigliati per una gravidanza informata e consapevole :

“Il parto consapevole” di Ilaria Giangiordano e Marcella Grassi

“Il parto positivo” di Cecilia Antonini e Silvia Dalvit

” Accanto alla Madre” di Clara Scropetta

“Per una nascita senza violenza” ( e tutta la sua bibliografia) di F. Leboyer