Quante volte pensiamo di non essere abbastanza? Sufficientemente buoni, atletici, intelligenti, abili ecc ecc.
Quante volte ci si ritiene incapaci di fare o essere quel qualcosa che tanto vorremmo, quante esperienze ci neghiamo pensando di non riuscire ad arrivare dove desideriamo.
Quanti desideri sono guidati da noi e quanti dai condizionamenti famigliari, sociali, amicali?
Quanto della nostra capacità di giudicarci è definita dal giudizio degli altri o da quello che pensiamo che gli altri pensino di noi?
Tutti questi fattori insieme creano un meccanismo di auto-sabotaggio.
Siamo bravissimi a guardare tutto quello che non va, quello che non è conforme con lo sguardo di noi che ci siamo creati nella mente.


Come funziona l’auto-sabotaggio?

Ci creiamo un’immagine di noi, che è l’insieme della visione che crediamo di vedere negli altri, a questa aggiungiamo il socialmente accettato e vediamo cosa ne viene fuori. Il risultato sarà la nostra immagine deformata in più specchi rotti e pur compattandola non diverrà nitida e soprattutto conforme a quella che è la vera immagine di noi. Con questa visione spingiamo sempre più in basso la nostra vera essenza, per conformarla alle richieste più o meno esplicite di un fuori che risulta essere più ingombrante di quel dentro che davvero ci compone.
Usciamo così da quello che siamo per costruirci con quello che pensiamo sia valido e di successo. Le strade sono due: o non saremo mai conformi al modello e ci sentiremo sbagliati, o arriveremo al modello, ma a quel punto sarà cambiato e saremo sempre alla rincorsa di un qualcosa di più, una lancetta che non smette di salire.

L’auto-sabotaggio negli adulti può manifestarsi in diverse forme, spesso collegate a dinamiche psicologiche profonde, come la paura del fallimento, l’autocritica e la mancanza di autostima. Alcune manifestazioni dell’auto-sabotaggio che un adulto può attuare sono: 
Procrastinazione: Rimandare costantemente attività importanti, spesso per evitare il rischio di fallire o di affrontare un compito che genera ansia. La procrastinazione è uno degli strumenti di auto-sabotaggio più comuni, poiché la persona evita temporaneamente il malessere legato al compito, ma alla lunga finisce per aumentare lo stress e la frustrazione.
Perfezionismo: Cercare di raggiungere standard irrealistici, che porta a sentirsi sempre insoddisfatti o incapaci. L’auto-sabotaggio avviene quando ci si fissa su obiettivi troppo difficili da realizzare, arrivando a non completare mai nulla o a non apprezzare i successi raggiunti.
Pensiero negativo e auto-critica: Invece di cercare soluzioni ai problemi, ci si concentra su ciò che non funziona, colpevolizzandosi per ogni errore. Questo atteggiamento impedisce di crescere, blocca l’autoefficacia e può rinforzare l’idea di non meritare il successo.
Mal gestione del tempo: Non dare priorità alle attività più importanti o non stabilire una pianificazione efficiente, ma piuttosto distrarsi facilmente con attività secondarie o inutili. Questo è un modo per evitare la pressione, ma porta a un accumulo di incombenze.
Relazioni tossiche: In alcune situazioni, si sceglie consapevolmente o inconsapevolmente di mantenere relazioni che danneggiano il proprio benessere. Questi legami possono rinforzare convinzioni negative su se stessi o impedire di crescere.
Autodistruzione emotiva: Ad esempio, attraverso l’abuso di sostanze, cibo o comportamenti compulsivi, si cerca di sfuggire al dolore emotivo, ma si finisce per danneggiare la propria salute mentale e fisica.
Cercare costantemente approvazione esterna: Quando un adulto dipende eccessivamente dall’approvazione degli altri per sentirsi valido, può attivare dinamiche di comportamento che lo portano a fare scelte diverse dai suoi veri desideri e valori, compromettendo l’autonomia e alimentando l’insicurezza.
Rifiutare le opportunità: Un altro tipo di auto-sabotaggio è rifiutare intenzionalmente opportunità di crescita, ad esempio per paura del cambiamento o per la convinzione di non meritare il successo.

Come affrontare l’auto-sabotaggio?
Sono necessarie delle azioni concrete con una combinazione di consapevolezza, cambiamento di abitudini, e interventi psicologici.



Sviluppo della consapevolezza (Mindfulness o tecniche svariate che valorizzano l’identità, come ad esempio il teatro emozionale):
La consapevolezza è fondamentale per identificare i momenti in cui si attuano comportamenti autodistruttivi. Meditare o semplicemente fermarsi per riflettere sui propri pensieri e azioni può aiutare a riconoscere schemi di auto-sabotaggio prima che diventino dannosi. La consapevolezza aiuta a capire cosa scatenano questi comportamenti e a cercare di interromperli sul nascere.   “Nella vita, crescere significa scendere in profondità dentro di te, lì è dove sono le tue radici.” Osho
Rivisitazione di schemi mentali e convinzioni errate:
L’obiettivo è riconoscere e sfidare le convinzioni limitanti (come “Non merito il successo” o “Non sono capace di fare questo”) per sostituirle con pensieri più realistici e positivi. Cambiando il modo in cui pensiamo, è possibile cambiare anche i comportamenti che derivano da tali pensieri.
Questo meccanismo si chiama “ristrutturazione emotiva” ed è una tecnica della terapia cognitivo-comportamentale.                                                                                                                                              “Sia che tu pensi di riuscire, sia che tu pensi di non riuscire, avrai comunque ragione.” Henry Ford

Fissare obiettivi realistici e suddividerli in piccole azioni:
Chi al perfezionismo o alla procrastinazione può sentirsi inadeguato al raggiungimento di obiettivi troppo ambiziosi. Suddividerli in compiti più piccoli e gestibili aiuta a renderli meno spaventosi e ad ottenere progressi concreti, evitando il blocco mentale e l’incapacità di agire.                                “Se fallisci nel pianificare, stai pianificando di fallire” Benjamin Franklin 
Guardarsi con occhi gentili:
Trattarsi con gentilezza, senza giudicarsi troppo duramente per gli errori, è essenziale per rompere il ciclo dell’auto-sabotaggio. Imparare a essere più compassionevoli con sé stessi consente di affrontare il fallimento come un’opportunità di apprendimento piuttosto che come un motivo per rinunciare.                                                                                                                                                       “Trattati con la stessa gentilezza con cui tratteresti una persona che ami” Pema Chodron
Lavorare sulla fiducia in sé legata alla paura del fallimento:
L’auto-sabotaggio spesso scaturisce da una bassa autostima e dalla convinzione di non essere all’altezza delle sfide: “Se fallisco non valgo nulla” . È importante identificare i successi passati, anche piccoli, ricordare quando un errore è stato un grande insegnamento e non un fallimento e prendere dei rischi calcolati.
“Non ho fatto errori ma tentativi di felicità!” Mahatma Gandhi
Creare e scegliere un ambiente positivo:
L’ambiente in cui una persona vive e lavora può influenzare fortemente i comportamenti auto-sabotanti. Creare e scegliere un contesto che promuova la stima di sé, con persone che sostengono e incoraggiano senza mai guidare, può fare una grande differenza.
“L’individuo non è mai separato dall’ambiente in cui vive; l’ambiente è una parte del suo sé”        Carl Jung 
Chiedere supporto e fare terapia:
Quando il sabotaggio diventa troppo radicato o difficile da affrontare da soli, può essere utile cercare l’aiuto di un professionista. La terapia cognitivo-comportamentale, la terapia di supporto o anche il coaching possono fornire gli strumenti necessari per superare schemi autodistruttivi. Un terapista può aiutare a identificare le radici psicologiche del sabotaggio e a lavorare su modalità di pensiero e comportamento più sane
Sperimentare senza aspettare la perfezione:
Una delle tecniche più utili contro l’auto-sabotaggio è agire nonostante l’incertezza. Invece di aspettare che tutto sia perfetto o che si abbia il pieno controllo, un buon approccio è fare comunque il passo successivo. Questo aiuta a ridurre il paralizzante perfezionismo e a far crescere la propria fiducia nel processo.                                                                                                                                           “Non aspettare che le condizioni siano perfette per iniziare. Iniziare rende perfette le condizioni.” Marie Forleo

Individuate le cause del comportamento auto-sabotante, ci si deve dedicare con costanza al  processo di riequilibrio di sé e del proprio ben-essere e questo può portare a un cambiamento duraturo, a superare le proprie paure, aumentare l’autoefficacia e rompere il ciclo di auto-sabotaggio.

Se l’articolo ti è piaciuto o ha scatenato in te delle curiosità, scrivimi, sarò lieta di leggerti. 

Manuela Griso